Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 21 agosto 2014

Lettera aperta a Matteo Renzi @matteorenzi

Caro Matteo,
l'ultima volta in cui sono stata a studiare alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la responsabile mi raccontava di essere disperata per i continui tagli di bilancio
che rischiavano di compromettere l'apertura ed il funzionamento di un'Istituzione di altissimo valore del nostro martoriato Paese.
Mi prese la rabbia e fra me e me pensai tutto il male possibile, ancora una volta, del governo Berlusconi, dei troppi anni durante i quali si era proceduto al progressivo smantellamento della cultura (e delle sue istituzioni), della scuola, dei musei di questo sbrindellato e meraviglioso Paese.
Da quando ho l'età della ragione sento dire che l'Italia non può prescindere dalla propria storia, dall'arte e dai propri paesaggi; al di là della battuta scema sul fatto che con la cultura non si mangia, da tutti smentita, noi sappiamo bene che non si tratta solo di un problema economico: la questione riguarda proprio la capacità di un popolo di sapere, conoscere, amare, divertirsi, pensare, godere della bellezza in quanto tale, apprezzare una poesia, osservare un quadro o una statua, entrare in un monumento ed emozionarsi, saper leggere e comprendere un libro, un documento oppure un paesaggio. In una parola usare la conoscenza per stare meglio e, soprattutto, scegliere.
Sì, caro Matteo: scegliere. Aveva ragione Italo Calvino quando diceva che ogni taglio alla scuola o alla cultura non è un caso, ma risponde ad un obiettivo, che è quello di renderci incapaci di operare delle vere scelte, di toglierci la capacità critica.
E questo è un delitto, al pari delle discariche, dei ponti e degli ospedali costruiti sulla sabbia.
Oggi al governo c'è il mio partito ed il Ministro dei Beni Culturali ha inaugurato con noi la sede del nostro Circolo, due anni fa.
Non posso credere a quanto riportato sul sito delle inchieste di Repubblica, mi rifiuto di pensare che non si presti ascolto al grido di allarme del Sovrintendente dell'Archivio Centrale dello Stato dell'EUR, che si possa anche solo pensare di chiudere o rendere di difficile accesso agli studiosi un luogo fondamentale, unico, per scrivere la storia del nostro Paese.
In quell'Archivio si trovano non solo documenti preziosissimi, ma personale capace e disponibile, cortesia e anche, cosa che non guasta, celerità.
Vorrei tanto che quell'inchiesta fosse smentita, che si affermasse una volta per tutte che la ripartenza di questo Paese può avvenire solo se si ricomincia da qui: cultura e scuola.
Caro Matteo, poche ore dopo il tuo insediamento sei venuto proprio a Treviso a parlare di edilizia scolastica: tutti eravamo entusiasti, finalmente si cambiava verso.
Non vorrei, però, che ci ritrovassimo con delle scuole rinnovate nei muri e vuote di novità, ricerca appassionata, con insegnanti di storia o di lettere (ammesso che si pensi che servono ancora) che non hanno potuto formarsi adeguatamente sui documenti, leggere libri unici, costretti a ricercare sui "Bignami".
Per usare le tue parole, cambiamo verso, adesso!
Grazie
Isabella Gianelloni, Consigliere Comunale PD Conegliano (TV)

sabato 16 agosto 2014

A Conegliano è sempre colpa di qualcun altro?

 
Possibile che sia sempre colpa degli altri?
A Conegliano arriva un evento sportivo importante e la città è chiusa per ferie.
Il Sindaco Zambon e l'assessore Franca Perin chiedono ai commercianti e agli esercenti un "cambio di passo, un'inversione di rotta" per non far scappare i turisti.
Lo scorso anno i cittadini rimasti in città, soprattutto anziani,lamentavano la contemporanea chiusura di troppi negozi, e anche allora il Sindaco, dal canto suo, diceva che ci sarebbe stato bisogno di maggior attenzione, coordinamento....
Ma chi lo deve fare il coordinamento? Tocca sempre agli altri?
Il Presidente dell'ASCOM ha dichiarato di aver saputo solo poco tempo fa dell'arrivo in città della Haute Route delle Dolomiti, troppo tardi per organizzare qualcosa e cambiare le ferie.
A chi spettava avvertire, coordinare, magari cercare di organizzare qualche evento collaterale per coinvolgere anche i Coneglianesi che non possono permettersi le vacanze, magari le famiglie con bambini, e riempire un po' una città sconfortata e triste?
Ma si sa che a Conegliano, purtroppo, è sempre colpa del destino o di qualcun altro.
Il cambio di passo serve soprattutto nel palazzo di Piazza Cima: la città langue, non solo a Ferragosto, un coordinamento delle idee e degli sforzi deve partire da lì.
Sappiamo tutti che non è facile, ma non è con i "purtroppo" che si risolvono i problemi.
 
Isabella Gianelloni - Consigliere Comunale PD Conegliano

mercoledì 13 agosto 2014

Morali e moralismi

Due semplici episodi accaduti ieri:
1. Acquisto da anni frutta e verdura sempre nello stesso piccolo negozio del centro: alta qualità, gentilezza, umanità e giusto prezzo. Ieri mattina ho trovato la signora un po' perplessa, era quasi ora di chiusura e le era rimasta quasi intera una cassettina di radicchietto da taglio: alcune clienti le avevano fatto notare che c'era qualche fogliolina brutta. Ora, con l'umidità di questi giorni e le intense piogge, tutto questo mi pare normale, dico io. Risultato: la mia amica verduraia mi ha regalato metà del radicchio, l'altra metà se l'è portato a casa lei... In 5 minuti l'ho pulito e poi l'ho mangiato con piena soddisfazione.

2. Ieri sera il TG parlava del futuro del calcio italiano dopo l'elezione del nuovo (si fa per dire) Presidente della FIGC, il cui compito più immediato sarà la nomina del nuovo CT della Nazionale. Parlando delle varie ipotesi il giornalista si chiedeva se Conte si "sarebbe accontentato" di 1.700.000 euro di ingaggio.... Accontentato????

Le due cose parrebbero non avere nessun nesso, io poi non so come Tavecchio o Conte (oppure il giornalista) si comporterebbero davanti a del meraviglioso radicchio con qualche fogliolina da togliere, ma sono convinta che i due episodi facciano parte del medesimo modo insulso e contro-natura di concepire la vita.
Quando eravamo bambini e facevamo i capricci ci veniva detto che ci sarebbe voluta una guerra...
Di guerre ce ne sono anche troppe, i TG, i giornali, il Web ridondano di notizie e immagini raccapriccianti, da Gaza all'Iraq, dalla Siria ai barconi dei disperati che cercano un domani, da un capo all'altro della penisola con posti di lavoro persi e aziende che chiudono.
Ogni giorno sappiamo che il Papa si dispera, parla, predica.
Il risultato è che c'è qualcuno che immagina che il cibo "biologico" che piace tanto ed è molto trendy venga prodotto da entità aliene e non da contadini che lavorano la terra (il cibo biologico non può e non deve essere sempre uguale a se stesso altrimenti che biologico è); oppure che c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che non ci si può accontentare di 1.700.000 euro di ingaggio per tentare di far giocare decentemente undici ragazzi milionari.

Senza mandare nessuno in guerra, senza magari mandare le clienti della mia verduraia su un barcone insieme a tutta la Federcalcio e al giornalista (questo sarebbe stupido e ottuso moralismo), sarebbe ora di ristabilire una morale non tanto religiosa (questo è un affare privato) ma laica, pubblica, condivisa, comune.
Scusate il pistolotto pre-ferragostano e come dice un mio amico
Buone cose