Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 29 ottobre 2014

Che futuro per la Biblioteca di Conegliano








Cari amici, 
ennesima interpellanza sul futuro dei servizi della Biblioteca cittadina.
Ai posteri...






Conegliano, 24/10/2014

Oggetto: interpellanza sul futuro del servizio Biblioteca

PREMESSO CHE

  • Il prossimo 31 dicembre scadrà la Convenzione con la Società Servizi Socio-Culturali di Mestre (VE) per lo svolgimento di servizi bibliotecari, affiancando il personale dipendente del Comune, per un monte di 2.200 ore annue
  • In data 15 ottobre u.s., con Delibera n. 368, la Giunta Comunale ha dettato le linee di indirizzo per il nuovo affidamento esterno del servizio stesso, dalle quali si evince la volontà di stipulare una nuova convenzione per n. 1.855 ore annue, con una diminuzione di 345 ore
  • Durante la seduta del Consiglio Comunale del 25.09 u.s., in risposta ad una interpellanza sull'orario di apertura della Biblioteca comunale l'Assessore Dugone affermava che “L’orario andrebbe allargato soprattutto in via previsionale anche alla luce di un prossimo miglioramento del servizio” e che al personale addetto alla Biblioteca potrebbero essere affiancati uno o due giovani nello svolgimento del servizio civile

CONSIDERATO CHE,
  • La nostra Biblioteca, nonostante gli annosi e noti problemi logistici e di organizzazione ha un grande numero di soci e di frequentatori
  • Sono però ricorrenti le lamentele dell’utenza, la quale in particolare si duole degli orari di apertura che limiterebbero notevolmente la fruizione del servizio;
  • E' assolutamente necessario dare a questa struttura il rilievo e la capacità organizzativa e propositiva che merita
  • E' altresì necessaria la presenza di personale qualificato nel rapporto col pubblico e nella gestione del patrimonio librario
  • Spesso si fa riferimento alla Biblioteca di Montebelluna come esempio virtuoso nella nostra Provincia e lo stesso Assessore alla Cultura ha affermato che è necessario fare scelte politiche che diano più spazio alla cultura
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Come questa Amministrazione intenda sopperire alla diminuzione del monte ore destinato al prossimo ente firmatario della convenzione al fine di mantenere (e possibilmente allungare) l'orario di apertura al pubblico
  • Se questa Amministrazione, nell'ottica di una riorganizzazione delle risorse umane dell’Ente, intenda aumentare il personale impiegato all'Ufficio Cultura e ai servizi bibliotecari.
Il consigliere comunale
Isabella Gianelloni

venerdì 24 ottobre 2014

Fatiscenti e pericolosi

La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto e quella degli edifici pubblici dovrebbe essere di esempio.
Questo il testo di un'interrogazione presentata
 oggi.
 







 
Oggetto: Interrogazione sullo stato degli immobili ex IPC e Caserma San Marco

PREMESSO CHE

  • Come più volte affermato da codesta amministrazione, si intende dare nuova sede alle molte associazioni operanti in città e che ancora non c'è nessuna notizia sui tempi e sulla destinazione degli stabili ex ULSS di Via Maset e dell'ex Tribunale in Piazzale Beccaria
  • Che negli immobili un tempo occupati dall'IPC e dalla Caserma San Marco trovano oggi sede soprattutto le due Università per adulti, che vedono la frequentazione di centinaia di persone
  • Che l'immobile ex IPC di Via Zamboni ha evidenti problemi strutturali, di abitabilità, aumentati dalle infiltrazioni di acqua dal tetto
  • Che anche l'ex Caserma San Marco presenta simili problematiche

CONSIDERATO CHE,
  • E' assolutamente necessario garantire standard minimi di sicurezza e decoro a quanti frequentano le sedi concesse dal Comune di Conegliano
  • Nelle ultime settimane la situazione, soprattutto in Via Zamboni, si è ulteriormente aggravata, con l'infiltrazione copiosa di acqua piovana dal tetto e che la prossima stagione invernale non farà che peggiorare le cose
Il sottoscritto consigliere CHIEDE:
  • Quali azioni questa Amministrazione intenda promuovere affinché venga garantita, con urgenza, la sicurezza delle persone che hanno accesso quotidiano alle due sedi in oggetto.



domenica 19 ottobre 2014

La balena bianca e il pesciolino rosso

Renato Donazzon, 1940 - 2014
Caro Renato,
non ce l'abbiamo fatta, il nostro progetto di scrivere un libro a quattro mani non è diventato realtà.
Ne avevamo discusso a lungo, anche quando sembravi affaticato e parlavi più lentamente: non ti mancava mai la voglia di guardare avanti, di sfruttare le conoscenze e la tua intensa esperienza politica per inventare qualcosa di nuovo, per raccogliere la memoria, per tramandare il significato profondo di qualcosa che per te, come per tutti noi, ha significato una scelta di vita.
Guardavi con orgoglio la bella terra davanti alla tua casa, gli alberi da frutta: segno inequivocabile di un riscatto. Ricordo bene la tua vecchia casa, a Conegliano appena dopo il ponte sul Monticano: per gli operai ed i figli del popolo allora era già molto.
Questi ultimi decenni li hai trascorsi da moderno "Cincinnato", non hai rincorso gloria e potere infiniti, hai fatto però, con naturalezza, del tuo angolo stracolmo di libri e ricordi un luogo in cui tutti, prima o poi, venivano a raccontare, chiedere un consiglio, un contributo per qualche buona causa, discorrere di tutto e fare qualche bella risata.
Eri un ottimo ascoltatore ed i tuoi occhi mobilissimi e sornioni mandavano spesso segnali difficili da decifrare. Noi tutti, però, sapevamo di poterci fidare di te. Qualcuno ti aveva soprannominato (con la sapienza insuperabile dei nomignoli popolari) Volpet, piccola volpe, mettendo insieme il colore dei tuoi capelli e l'acume politico che ti aveva contraddistinto.
Il tuo sguardo e la tua voce rimarranno in tutti noi, anche ora che non ci sei più.
Hai lottato come un leone fino alla fine, perché la lotta era parte di te, perché non ti stancavi mai di parlare, girare per le Feste de l'Unità a parlare con tutti, a tenere i famosi comizi sul cassone di un camion nell'intervallo del ballo liscio, fra un valzer e una mazurka: sapevi di dovere la tua fortuna politica alle tue grandi capacità ma anche alla fiducia di tanta gente che ti amava.
Come un automa stamattina sono andata a riprendere la raccolta di Controcatena, il giornalino comunista degli anni 60 e 70 per gli operai della Zoppas - Zanussi di Conegliano. Le foto, gli articoli, la tua comunicazione del perché della candidatura al Consiglio regionale raccontano di una politica ormai antica, quasi archeologica, però vera, autentica, generosa, sempre e comunque dalla parte dei giusti.
Ora tanto di tutto quello è stato spazzato via dalla storia, dall'evoluzione del mondo e della gente, ma non è finita l'idea di stare, sempre e comunque, prima di tutto dalla parte dei più deboli. Me l'hai scritto nella dedica di uno dei tuoi libri: stare dalla parte dei più deboli. E' difficile e spesso ingrato ma siamo fatti così.
Chissà se riuscirò a scriverlo da sola, quel libro. Senza il tuo sapere guadagnato sul campo, le conoscenze maturate nell'esperienza parlamentare, nella guida delle organizzazioni sindacali di operai e artigiani, senza la tua passione nel ricercare, nel voler conoscere, sarà difficile. 
Volevamo parlare di quegli anni intensi, quelli nei quali il nostro territorio era pervaso dal potere della "balena bianca", una DC che faceva il governo e l'opposizione insieme occupando ogni spazio, anni in cui un piccolo pesciolino rosso (il PCI) riusciva comunque a parlare, lottare, conquistare credibilità e rispetto.
Credibilità e rispetto per la coerenza, la generosità, l'onestà intellettuale, la capacità di analizzare e leggere la realtà, il rifiuto dei facili compromessi, la schiena dritta e la testa alta: i dirigenti comunisti che io ho conosciuto poco più che bambina si erano conquistati tutto questo.
Per questo io, e tanti altri, vi abbiamo amati come dei padri e delle madri, per questo oggi che te ne sei andato sento tutto il vuoto che lasci e piango, ancora una volta, la partenza di una parte di me.
Ciao Renato

lunedì 13 ottobre 2014

Pizzichi di pensieri

Quando certe giornate ci avvolgono come in spire soffocanti, quando ci si guarda intorno attoniti sperando inutilmente di trovare una soluzione luminosa là dove impera una nebbia fitta, il rischio peggiore sta nella facilità con cui si perde il gusto della curiosità.
L'attesa rimane certo una buona tattica, ma rimanere col naso all'insù, immoti e con il senso dell'inutilità che si fa strada inesorabile non aiuta.
Occorre, forse, un'attesa attiva, che non è un ossimoro ma un placebo. Sì, perché un conto è scegliere di stare immobili, tutta un'altra storia avere la netta sensazione di incespicare ad ogni passo, sentire timore, un'ansia sottile e penetrante come l'uggia esterna.
Fermarsi, quindi e guardarsi intorno: anche le quattro pareti domestiche nascondono, forse, visuali nascoste, visioni impensate, occhi diversi, sguardi, chissà, amici.
Amici, parola magica, difficile, abusata e stupenda.
Ne custodisco diversi, appoggiati alle pareti delle stanze, muti per lo più ma pronti a parlare la lingua meravigliosa della sapienza e della fantasia.
Uno più di altri mi ha parlato oggi, chiamandomi all'improvviso. 
Se ne stava là, insieme agli altri, ben ordinato, paziente.
L'ho preso e aperto là dove avevo lasciato un segno buono per un giorno come questo. 

Aveva un'espressione così dolce, così tristemente docile, come se aspettasse da me la felicità, che facevo fatica a trattenermi dal baciare - dal baciare con lo stesso tipo di piacere, quasi, che avrei provato baciando mia madre - quel volto nuovo, che non somigliava più al musetto sveglio e colorito d'una gatta ribelle e perversa dal roseo nasino all'insù, ma sembrava, nella pienezza della sua malinconica prostrazione, fuso nella bontà a larghe colate appiattite e cadenti. Staccandomi dal mio amore come da una follia cronica priva di rapporti con lei, mettendomi al suo posto, mi commuovevo davanti a quella brava fanciulla abituata ad essere trattata con maniere gentili e leali e che un buon amico, quale aveva creduto che io fossi per lei, ossessionava da settimane con persecuzioni arrivate adesso, infine, al loro culmine. Assumendo un punto di vista puramente umano, esterno a noi due, nel quale non trovava posto il mio amore geloso, provavo per Albertine una pietà profonda, che, tuttavia, lo sarebbe stata di meno se non l'avessi amata. 
[...] ...strappai quella tunica che aderiva così gelosamente a un seno desiderato e, attirando a me Albertine:
Mais toi, ne veux-tu pas, voyageuse indolente,
Rêver sur mon épaule en y posant ton front?
(Marcel Proust - Sodoma e Gomorra)