Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 24 maggio 2016

Alunni "diversi", sorrisi più grandi

Credo sia patrimonio di ogni insegnante l'esperienza della immensa soddisfazione di fronte al successo inaspettato, al dischiudersi di parole, sorrisi, risultati da parte degli allievi con più problemi alla partenza.
DSA, ovvero Disturbi Specifici dell'Apprendimento, vale a dire un mondo variegato, composito, spesso inesplicabile, di ragazzi che manifestano qualche problema in più: disortografici, dislessici, dis... qualcos'altro.
Un universo da esplorare magari con fatica, in cerca della chiave di volta, aiutati, va detto, da personale specializzato che propone strategie, pianifica rapporti, suggerisce metodi e soluzioni.
Poi rimane l'insegnante di fronte alla complessità di piccole persone dense di vissuti che spesso non raccontano, rimane soprattutto lo sforzo di capire, di scavare piccole crepe in muri che paiono a prima vista invalicabili.
A volte qualche fessura si allarga, e in fondo si vede una luce improvvisa, flebile ma anche forte, improvvisa.
C'è il ragazzo che ti scrive, con il suo italiano impreciso, che da grande vorrebbe fare l'inventore e inventare una penna che aiuti i dislessici a scrivere... e quasi ti scende una lacrima di commozione, perché lo vedi davanti a te, impegnato in uno sforzo per lui grandissimo, cioè scrivere e leggere alla stessa velocità dei compagni, che però spesso non riescono a batterlo nella velocità di comprensione dei concetti fondamentali.
E c'è quello che non parla quasi mai e se lo fa pronuncia poco più che monosillabi, che se ne sta da solo in ricreazione, che nei cambi dell'ora apre la finestra e si mette a osservare il contorno del Montello che ci fa da orizzonte.
Quello, proprio quello, un bel giorno si mette a ridere in classe, pronuncia battute che lasciano di sasso anche i compagni abituati al suo mutismo.
Lo stesso ragazzo che ha colto meglio di tutti la sintesi dell'incontro avvenuto a scuola con due parlamentari europei, superando quelle, magari ben scritte ma più superficiali di tanti suoi compagni,
quello, proprio quello, mi presenta un giorno un compito per casa difficile, l'analisi del cambio di linguaggio di Tasso nel canto della morte di Clorinda nella Gerusalemme Liberata (2 media). Quasi tutti hanno colto i fondamentali, ma lui propone una sintesi che mi lascia di sasso.
Breve, sgrammaticata ma fulminante: "All'inizio c'è dettagliato cosa succede, alla fine il dettaglio è nei sentimenti. All'inizio l'odio, alla fine il perdono".
Un luccicone appare negli occhi dell'insegnante, felice, che ha capito come il senso di un mestiere stia proprio in questi raggi di sole.

1 commento:

  1. Splendida, quasi indescrivibile esperienza! Quest'anno mi sono confrontata anch'io con un DSA che certamente mi ha dato molto più di quanto io non sia riuscita ad offrirgli!

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