Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 13 giugno 2013

Con la cultura si mangia!

Cultura è parola ormai usata a proposito e a sproposito, a qualcuno fa addirittura paura, altri si girano dall'altra parte convinti che non sia una cosa seria, molti allargano le braccia con uno sconsolato "Non me ne intendo, non mi riguarda".
Il risultato è che l'Italia, culla appunto della cultura occidentale e via elencando primati veri o presunti, sta perdendo ogni possibile treno utile per valorizzare non solo il patrimonio artistico, paesaggistico, bibliotecario, ma, cosa ancora più importante, il futuro del Paese, vale a dire i giovani, relegati a svolgere lavori sempre meno retribuiti e con sempre meno specializzazione.
Con il risultato, arcinoto, della famosa "fuga dei cervelli" ma anche di una nuova emigrazione non qualificata. 
Depauperando e lasciando in un angolo gli investimenti in sviluppo e ricerca, impoverendo la scuola di base e l'Università otterremo il bel risultato di retrocedere ancora di più nelle classifiche economiche mondiali.
"La laurea sarà quello che qualche decennio fa erano la licenza elementare e media e oggi è il diploma di scuola media superiore: un titolo di studio di massa. I Paesi che non avranno giovani laureati o non sapranno premiare i propri giovani lauerati avranno un ruolo sempre più marginale e saranno destinati rapidamente a impoverirsi. Molto più che lo spread e molto più delle analisi comparate del debito pubblico, sono i dati sui giovani laureati e, più in generale, sull'università a dirci che il nostro Paese è incamminato lungo la strada della marginalità". (Bruno Arpaia, Pietro Greco, La cultura si mangia!, Guanda edizioni, Parma, 2013, pag. 81)
Occorrono strategie nazionali e azioni concrete per invertire, finché siamo in tempo, la direzione di marcia.
Questo non può esimerci, però, da un impegno costante a livello locale, investendo in idee, utilizzando il patrimonio esistente non per il tornaconto di qualcuno ma per l'arricchimento di tutti. 
Nella disastrata economia italiana, il settore del turismo culturale è l'unico a "tenere". 
Se vogliamo più turisti anche a Conegliano, quindi più vita per il centro storico, incassi per i piccoli negozi che languono, opportunità di lavoro per i tanti giovani preparatissimi, restaurare, conservare, valorizzare il patrimonio storico, artistico, paesaggistico della città e del territorio che la circonda deve diventare la priorità assoluta dell'Amministrazione Comunale.
Noi ce la metteremo tutta.

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