Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 25 giugno 2013

Ascoltare un professore, qualche volta, può aiutare

Oggi se n'è andato Silvio Lanaro, professore di Storia e vero maestro per centinaia di studenti e di studiosi.
Di lui si ricorderanno le analisi acute sulla storia degli ultimi due secoli, il rigore intellettuale, la profondissima e sterminata cultura. Era una di quelle persone costrette (si fa per dire) all'acquisto di due appartamenti contigui: uno per viverci ed uno per sistemarvi i libri... Libri che certamente sono stati lo strumento quotidiano e perenne di una persona che ha dedicato un'intera vita all'insegnamento ed alla diffusione del sapere.
Libri che, insieme ad un'intelligenza come poche, gli consentivano, dopo decenni di letture e studio, di affermare la instabilità della materia da lui scelta come ragione di vita: "Poiché fra coloro che esercitano questa attività (lo storico ndr) dalle frontiere mobili esistono più dilettanti che fra i pittori, i letterati o i musicisti[...] una pretesa 'scienza' è solo sapiente artigianato o addirittura banale bricolage?".
Se quasi ciascuno di noi per costruire un grattacielo si rivolgerebbe ad un ingegnere, almeno ad un tecnico diplomato, pare che per coloro i quali si occupano di storia, letteratura, archeologia e via umanistizzando sia sufficiente un qualsiasi diploma, magari anche una laurea di qualche tipo per improvvisarsi scrittori di libri (libri di che tipo, fra l'altro?), bibliotecari, scavatori di reperti....
Vorrei che la televisione, che rimane ad oggi il più formidabile mezzo di comunicazione di massa (al plurale si dice media e non midia...), qualche volta di più ci facesse ascoltare brevi lezioni di qualche professore, di quelli veri, come Silvio Lanaro e come ce ne sono tanti: sanno trasmettere la passione, l'allegria data dalla conoscenza, la coscienza della necessità di non fermarsi mai davanti alle apparenze, di non dare mai nulla per scontato per sempre, di essere pronti a rivedere ciò che si è detto o scritto, davanti a nuovi documenti, testimonianze inedite (purché verificate).
I veri professori sono quelli che sanno di non dover mai smettere di studiare, approfondire, valutare, diventano maestri quando sono capaci di trasmettere tutto questo a chi li ascolta, a chi da loro impara soprattutto la lezione di essere rigorosi e mai frettolosi nell'analisi, di non piegarsi davanti all'aria che tira, di non seguire mode e potentati vari. 
La ricerca ed il pensiero devono essere liberi: se dissacrano o tolgono certezze cementate sotto una coltre di muffa meglio.
Come ha scritto qualcuno: un'ora di lezione di un vero professore può all'improvviso cambiare la vita.
Forse per questo, nell'epoca del pressapochismo, del giudizio tanto facile quanto irrevocabile (fino alla volta successiva), della rincorsa verso obiettivi sempre più facili ed effimeri, dell'immensa mole di informazioni che schiaccia la formazione e la coscienza critica, è raro che i professori trovino spazio fuori dalle aule accademiche.
Ancora Silvio Lanaro scriveva che se "è impossibile stanare tutti i tabù, è però necessario ridurne la frequenza, far sì che il mestiere dello storico non diventi salmeria dei poteri costituiti".
Grazie a Silvio Lanaro ed agli altri maestri: ne abbiamo ancora tanti, ascoltiamoli più spesso.
Alla fine di sicuro saremo meno tristi, qualcuno di noi potrà addirittura sentirsi o essere più utile.
Isabella Gianelloni

N.B. Le citazioni di Silvio Lanaro sono tratte dal suo saggio "Raccontare la storia", Marsilio, Venezia, 2004

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