Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

lunedì 3 giugno 2013

Chi ha davvero il diritto di insegnare l'amore?

In questo strano Paese la schizofrenia a volte sembra pervadere le menti, anche quelle di quanti dovrebbero usare il potere (morale o presunto tale, politico, sociale ma anche economico) per insegnare l'arte del discernimento.
La chiacchiera da osteria, le piccole e grandi cattiverie pettegole da strapaese sono patrimonio comune: alzi la mano chi non ha mai gustato il sapore di una maldicenza, una lieve calunnia, quella del venticello manzoniano...
Peccati veniali, fino a quando non vanno a colpire nel profondo il dolore e la sofferenza altrui, o quando, peggio, si vuol impedire agli altri di essere felici e di dimostrarlo.
Spesso le persone grette ed egoiste sono molto infelici, ma non lo ammetteranno mai; lo dimostrano quando mal sopportano i sorrisi degli altri, quelli che amano stare insieme e fare festa, quelli che non hanno (o non vorrebbero avere) paura di far conoscere il proprio amore.
Chi stabilisce quale sia l'amore vero, chi davvero crede di ergersi a giudice incontrastato dei sentimenti altrui? Non mi metto sul piano religioso, non mi compete.
Mi compete eccome, però, in qualità di cittadina, il piano dei diritti (insieme a quello dei doveri s'intende) e quello dello Stato laico, che ha il dovere di trattare tutti i cittadini allo stesso modo.
Da laica impenitente, ma su questo so che molte persone profondamente religiose sono d'accordo con me, non sopporto la doppia morale, quella professata da quanti (troppi) nascondono le proprie turpitudini dietro la maschera dell'apparenza "perbene". 
A me non interessa (codice penale e articolo 54 della Costituzione a parte) come ciascuno di noi usa il proprio corpo, mi interessa quando questo qualcuno pretende che gli altri facciano ciò che lui non fa mai.
Si parla molto in questi giorni del prossimo Conegliano Pride, una bella iniziativa culturale in programma nella mia città il prossimo fine settimana: si discuterà, con serietà e anche allegria, ci si confronterà proprio per conoscere, sapere, conoscersi. 
Lo spunto più interessante è proprio quello della volontà di parlare della diversità: per qualcuno è un dramma, per moltissimi, per fortuna, la diversità è sinonimo di ricchezza.
In queste ore si stanno lanciando strali pieni di paura e rossori (non so se di vergogna o timidezza): mi auguro che si tratti solo di ignoranza: a questo c'è rimedio, basta aver voglia di imparare e informarsi. Se invece si tratta di arroganza, cattiveria, malafede ed insana e stupida demagogia la questione è più seria.
Non temano, comunque, i politici improvvisamente dediti alla morale: stavolta il "popolo" è molto più avanti di loro, le persone vogliono vedere i propri figli, gli amici felici, almeno con la dignità di poter amare liberamente. 
Buon Conegliano Pride a tutti, un plauso al Comune che ha dato il patrocinio e un evviva all'Associazione Shake.
Ancora qualche minuto: leggete di seguito, se volete, la famosa lettera d'amore di Oscar Wilde, incarcerato per "causa d'amore".
 Isabella Gianelloni
Mio carissimo ragazzo,
questo è per assicurarti del mio amore immortale, eterno per te. Domani sarà tutto finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina, che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelicità e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore con ogni pazienza. Poiché la speranza, anzi, la certezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è la meta e l’ incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo continuare a vivere in questo mondo, per questa ragione.

Un caro amico mi è venuto a trovare oggi. Gli ho dato parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi rassicurato: che a mia madre non mancherà mia niente. Ho sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice.
Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, parti per l’Italia e riconquista la tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu, con quella grazia così strana. Non esporti all’ Inghilterra per nessuna ragione al mondo. Se un giorno, a Corfù o in qualche isola incantata, ci fosse una casetta dove potessimo vivere insieme, oh! la vita sarebbe più dolce di quanto sia stata mai.
Il tuo amore ha ali larghe ed è forte, il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione e mi conforta, il tuo amore è la luce di tutte le mie ore. Se il fato ci sarà avverso, coloro che non sanno cos’è l’amore scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta che non è vero. Il nostro amore è sempre stato bello e nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tragedia, è perchè la natura di quell’ amore non è stata compresa.
Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che mi dà coraggio. Debbo ricordarla. Scrivi che è mio dovere verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto. Credo sia vero. Ci proverò e lo farò. Voglio che tu tenga informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti così che quando viene mi possa dire cosa fai. Credo che gli avvocati possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Così potrò comunicare con te.
Sono così felice che tu sia partito! So cosa deve esserti costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in Inghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale. Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono stati tutti venduti. Tendo le mani verso di te. Oh! possa io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani. Credo che il tuo amore veglierà sulla mia vita. Se dovessi morire, voglio che tu viva una vita dolce e pacifica in qualche luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro. Cerca di farmi avere tue notizie.
Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze ; la lunga giornata in tribunale mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti i giovani, amatissimo e più amabile. Oh! aspettami! aspetta mi! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale,
Oscar


Nessun commento:

Posta un commento