Conegliano: le elezioni amministrative del 1914
I primi
anni
del
secolo
avevano
visto
un
grande
fervore,
anche
una
circolazione
di
idee
come
mai
era
accaduto
prima,
a
tutti
i
livelli.
Certamente
la
periferia
viveva
diversamente,
più
da
lontano,
i
grandi
avvenimenti,
ma
le
iniziative,
anche
politiche,
non
mancavano.
Il
1914,
che
vide
l’Europa
iniziare
il
primo
conflitto
mondiale,
fu
anno
di
svolta,
di
confine,
di
grandi
e
piccole
novità
unite
al
perseverare
della
vita
di
tutti
i
giorni.
La
lettura della stampa dell’epoca, in questo caso si è preso come
esempio “Il Gazzettino”, può dare certamente un’idea, sia pure
parziale, di come si svolgesse la quotidianità di un piccolo centro
di provincia come Conegliano.
A
partire dal 25 luglio 1914 tutte le prime pagine furono dedicate
all’approssimarsi e poi allo scoppio della guerra, mentre quelle
interne, destinate alla cronaca locale, testimoniano l’iniziale
lontananza dall’idea stessa della guerra, con il progressivo
aumento, però, delle notizie legate alle preoccupazioni crescenti.
È utile però
rendere
conto
di
alcune
questioni
riguardanti
la
vita
politica
e
amministrativa
della
città
in
quel
1914.
Dopo
una
serie
di
dimissioni
e
decessi
il
Consiglio
Comunale
era
stato
sciolto
nel
mese
di
marzo.
Fino
a
quel
momento
a
reggere
Conegliano
era
stata
una
Giunta
appoggiata
anche
dai
consiglieri
socialisti,
grazie
alla
vittoria
alle
elezioni
di
una
lista
unitaria:
“(…)
Le
elezioni
Amministrative
avvennero
col
concorso
di
tutto
il
partito
democratico
e
non
della
sola
frazione
socialista”.1
Si
era
cercato
di
evitare
il
commissariamento
del
Comune,
ma
tutto
fu
inutile,
visto
che
nel
mese
di
marzo,
appunto,
il
Consiglio
Comunale
si
era
ridotto
a
9
componenti.
Non
erano momenti facili, la situazione generale si stava aggravando,
vista anche la tensione internazionale sempre più forte, avvertita
soprattutto in zone come questa, tutto sommato di confine. C’era
consapevolezza di tutto questo anche nelle categorie economiche, che
cercarono anche di trovare modi fantasiosi per affrontare la
congiuntura. L’Unione fra Industriali, Commercianti ed Esercenti di
Conegliano pensò che potesse essere utile reagire in senso positivo,
e nel mese di aprile invitò il Commissario Prefettizio ad adoperarsi
per rimettere in piedi la banda cittadina, in quanto l’associazione
“ha deliberato di dare nel prossimo Settembre dei pubblici
festeggiamenti che richiamando nella nostra città gran copia di
gitanti, servirà a dare lustro al nostro Paese e vantaggio al
commercio cittadino, purtroppo travagliato dalla crisi economica che
imperversa”. (…) “Nessun festeggiamento si può dare se non
abbiamo il sussidio della Banda Cittadina”.
Le
elezioni
misero
Conegliano
di
fronte
ad
una
novità
assoluta:
la
vittoria
di
una
lista
“Frazionista”,
vale
a
dire
delle
frazioni
cittadine.
Non
è
ben
chiaro
se
la
lista
rappresentasse
davvero
una
protesta
della
periferia
nei
confronti
del
centro
della
città,
ma
il
dato
che
appare
inconfutabile,
scorrendo
l’elenco
dei
vecchi
e
dei
nuovi
consiglieri
comunali,
è
che
su
30
eletti
26
erano
nuovi,
e
non
solo:
ben
cinque
erano
socialisti.
A
non
cambiare
affatto
furono
la
difficoltà
nel
mettere
in
piedi
la
nuova
Giunta
comunale
e
le
polemiche
sull’andamento
delle
elezioni.2
Isabella
Gianelloni
1
Intervento
del
consigliere
Michieli
nel
Consiglio
Comunale
del
3
dicembre
1913,
riunitosi
per
discutere
delle
dimissioni
presentate
dai
consiglieri
socialisti
dopo
le
elezioni
politiche
del
1913.
Le
dimissioni
furono
respinte
con
la
seguente
motivazione:
“Se
per
un
momento
la
recente
lotta
ha
divisi
gli
animi
nel
campo
politico,
ciò
non
significa
che
siano
venuti
meno
l’accordo
e
la
reciproca
fiducia
in
quello
amministrativo
e
che
non
si
possa
continuare
lo
svolgimento
del
programma
che
fu
assieme
concretato
ed
assolvere
così
l’impegno
assunto
verso
il
Paese
dall’attuale
Amministrazione”.
In:
AMMC,
Sez.
C,
B.
140,
Titolo
I,
Art.
1.
2
Nella
seduta
del
6
agosto
1914,
con
all’ordine
del
giorno
la
nomina
del
Sindaco
e
degli
assessori
la
maggioranza,
nella
persona
del
Dott.
Sonego,
affermò
non
esserci
“perfetta
armonia
per
la
nomina
del
sindaco
e
perciò
propone
di
rimandarla
a
dopo
che
sarà
avvenuto
l’affiatamento
sulla
scelta
della
persona
di
comune
compiacenza”.
Furono
i
consiglieri
socialisti
i
primi
ad
obiettare
che
“le
persone
le
quali
hanno
manipolato
le
elezioni
avevano
l’obbligo
di
preparare
anche
l’Amministrazione”.
Ma,
moderati del centro città e frazionisti votarono compatti (20
contro i 5 socialisti) la proposta di Sonego di rimandare ad altra
data l’elezione del sindaco.
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