Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 1 giugno 2017

Perché la cultura sta al centro

Anni di finte promesse, parole sulla carta ma con lo stesso valore di quelle scritte sulla sabbia ci consegnano la verità, ammessa di sfuggita in qualche dichiarazione ufficiale ma lasciata poi nel dimenticatoio.
La verità è che la parola cultura, per chi ha amministrato Conegliano fino ad oggi, ha uno strano significato.
Un po' la parola fa paura oppure la si immagina appannaggio di chi passa la propria vita sui libri, lontano dalla vita reale; un po' le si dà il contentino accontentando alla bell'e meglio le tante richieste che giungono.
Il tutto rigorosamente in compartimenti stagni.
Parlare ancora di biblioteca è molto vicino al parossismo: a questo punto della notte l'unica dichiarazione veritiera è quella dell'Assessore, qualche anno fa, in Consiglio Comunale. Diceva più o meno così: "A differenza di altri comuni a Conegliano non è mai stata una priorità". Parole ultimative, che da sole bastano per comprendere il resto: lo storno dei finanziamenti, la sede provvisoria e inadatta, la mancanza da sempre di una direzione... Potremmo continuare ripetendo all'infinito un ritornello che ormai è nauseante.

Immagino una Biblioteca grande, centrale, con un direttore che abbia il compito di rilanciarne l'attività, di coordinare le competenze (tante e generose) di chi da anni ci lavora e cerca di fare del proprio meglio, di dare un indirizzo e un coordinamento, in accordo con l'assessorato, a ciò che si muove in città, alle tante forme d'arte e di espressione, a momenti di approfondimento storico, letterario, filosofico, artistico di alto livello.
Immagino una Biblioteca che sia il collettore e il punto di rilancio di punti lettura, attività didattica extra scolastica, lavoro di concerto con gli Istituti Comprensivi nei quartieri, aiutando le realtà esistenti e favorendo la nascita di altre.
Immagino un Ufficio Cultura potenziato, coordinato con la biblioteca e che non debba correre dietro alle richieste di 100 euro alla volta, ma che gestisca il sistema museale e il rapporto con la cultura giovanile, sia fuori che dentro gli Istituti scolastici superiori.
Immagino un Comune nel quale "cultura" significa una visione della città del futuro, il recupero delle tante sapienze di un territorio che è tradizione vitivinicola insieme alla manifattura, la capacità di cogliere gli stimoli che vengono dalle nuove forme d'arte, di trasformare e costruire musei che non sappiano di chiuso, di far crescere, insieme al numero di turisti sempre più consapevoli della bellezza del nostro paesaggio, la coscienza e la conoscenza degli abitanti di Conegliano. 
Immagino una città che attraverso una nuova spinta culturale unisca il centro alle frazioni, che valorizzi la parte migliore di sé, che abbia coscienza dell'unicità dei tesori che custodisce e sappia valorizzarli per i propri cittadini e per tutti quelli che vengono da fuori, coinvolgendo commercianti, artigiani, industriali, intellettuali, giovani e meno giovani.
Immagino una città che giri pagina con coraggio, per guardare al futuro. Non si fa in un giorno, ma si può iniziare: cultura, turismo consapevole e sostenibile, paesaggio, attività produttive, futuro urbanistico sostenibile. Partiamo da qui.


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