Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

mercoledì 31 maggio 2017

"Mondo" Piaia, un amico speciale

Anni Settanta. Ennesima manifestazione degli studenti in Piazza Cima: non ne ricordo assolutamente il motivo, ma è certo che volevamo essere ricevuti dall'Assessore alla Pubblica Istruzione. Fra le proteste dei più agitati qualcuno disse: "Ma Piaia è uno a posto, gli si può parlare".
Era vero: con Mondo Piaia si poteva parlare: era aperto e gioviale, amava molto i giovani, si dimostrava pronto ad ascoltare.
Non ricordo come finì ma so che uscii da quell'incontro, la mia prima "trattativa", contenta.
La sua storia politica è nota a molti, la sua militanza nella DC, nelle ACLI, il lavoro di insegnante, la cristallina onestà, la sincerità.
Mai, però, avrei immaginato, un giorno, non solo di intervistarlo per il mio primo libro, ma di curare l'edizione del suo diario di guerra.
Quanti pomeriggi e quante sere trascorsi nella sua "tana" ricca di libri, cimeli alpini, bottiglie di vini e grappe a leggere, discutere, ad ascoltarlo mentre mi metteva a parte della sua vita "di prima", quella della quale non aveva parlato per tanti anni.
Ero incerta se accettare l'incarico, se affrontare l'edizione del diario di uno che aveva combattuto nella RSI: Mondo mi stava simpatico, ma questo era forse troppo.
Con un sorriso mi disse, la prima volta: "Quando tornai a casa, in quei giorni convulsi del 1945, sapevo di essere stato dalla parte sbagliata e di aver perduto, ma non immaginavo che avrei trovato sul carro dei vincitori proprio quelli che mi avevano convinto, solo due anni prima, ad arruolarmi e fare il soldato per Mussolini".
Coerentemente Mondo si fece da parte, bisognoso di capire da che parte ricominciare, conservando gelosamente il documento che gli aveva permesso di salvare la pelle: il lasciapassare rilasciato dal CLN di Chivasso, testimonianza che lui e i suoi commilitoni erano stati solo soldati, non si erano macchiati di rappresaglie o altri crimini.
Non ebbi più indugi e lavorai fianco a fianco con Mondo per mesi, cercando di convincerlo (non fu facile) a "tagliare" e sistemare meglio una parte delle sue memorie per renderle leggibili al grande pubblico: quello è stato un periodo bellissimo, nel quale ho conosciuto meglio un uomo speciale, innamorato della storia e ancora di più di sua moglie, dolcissima e comprensiva, un uomo sincero e spiritoso. Lo spirito, in certe serate, era anche quello del grappino che volentieri versava.
Quando tutto fu finito, con il libro presentato e i complimenti piovuti da ogni dove, Mondo mi convocò un giorno a casa sua, chiedendomi di andarci in auto: voleva darmi il suo regalo di ringraziamento, che oggi fa bella mostra di sé nella mia biblioteca.
La Storia della Democrazia Cristiana, in cinque grandi volumi, è accanto a quella del Partito Comunista. In fondo in fondo Mondo e io avevamo stipulato una forma originale di compromesso storico.
Oggi Mondo se n'è andato, dopo una vita lunga, vissuta intensamente, "alpinamente" e cristianamente intesa come servizio: mi dispiace di non poter più chiacchierare con lui nella sua tana, ma sono certa che quella parte di vita trascorsa ascoltandolo mi ha resa migliore e più ricca di insegnamenti.
Ciao, Mondo, un abbraccio alla dolce Adonella, a tuo figlio e ai tuoi cari.

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