Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 7 giugno 2016

Globalizzazione a occhi bendati

1. Quando lo scorso marzo a Conegliano morì il terzo "clochard", emarginato, povero, homeless, barbone, cioè un uomo, una cara amica, per consolare il mio dolore, mi disse che dovremo farcene una ragione: queste cose nelle città grandi accadono da sempre. E la nostra contiene ormai buona parte delle contraddizioni delle comunità più grandi.
Allargandosi il numero di sbandati presenti sul pianeta tendono a rimpicciolirsi le dimensioni delle aree che vedono, per contro, aumentare il numero di persone in difficoltà.
2. Ieri un altro ragazzo è rimasto a terra, sempre a Conegliano, in uno dei luoghi "difficili" della città: anche lui uno sbandato, forse tossico, forse malato, forse no. In ogni caso un ragazzo come tanti nelle mille periferie del pianeta, con un particolare che qui, in questo lembo di nordest, fa ancora scalpore: aveva la pelle nera, era un africano.

Lasciando perdere i nauseabondi commenti di tanti orrendi razzisti che ho letto sui social (l'osteria più violenta che ci sia, nulla a che vedere con i saloon del Far West, luoghi da educande, al confronto), ci sono alcune osservazioni che invece fanno riflettere, una su tutte: "Ma come è finita la nostra Conegliano?".
Posto che le forze dell'ordine lavorano spesso in condizioni molto difficili e che sarà l'autopsia a stabilire come è morto quel povero ragazzo, provo a elencare qualche pensiero su cui, secondo me, dovremmo riflettere come cittadini.
Il clima da Mulino bianco esiste nella pubblicità di un uomo che vive con una gallina, tutto il resto del mondo è assai diverso.
La mia adolescenza, circa quarant'anni fa, era costellata di sbandati nostrani, spesso di buona famiglia ma "in crisi", come si diceva allora, che pensavano di trovare nell'eroina la soluzione ai loro problemi. Forse davano meno fastidio perché molti li conoscevano, perché erano nostrani e avevano la pelle bianca.
Poi è arrivata la globalizzazione, con tutti i vantaggi e le enormi tragedie ad essa legate: quanti veneti hanno brindato al primo volo di linea Treviso - Timisoara, segno di un nordest che andava a guadagnare palate di soldi nei Paesi dell'Europa dell'Est, liberati dal socialismo reale e desiderosi solo di vedere nuovo denaro, a scapito dei lavoratori nostrani, soprattutto nel settore tessile, colpevoli solo di aver conquistato salari più alti, diritto alla malattia, alle ferie, alla salute? Iniziò una guerra tra poveri.
Per non parlare degli albanesi, anch'essi in fuga ma benedetti perché fuggivano, anche loro, dal regime comunista: poi, nella vulgata comune, divennero tutti tagliagole, spacciatori o simili.
E cosa vogliamo dire delle migliaia di donne dell'est che accudiscono i nostri vecchi?
Oppure di tutti gli stranieri che svolgono lavori che noi, dall'alto del nostro benessere, non vogliamo più fare? Ci chiediamo mai chi raccoglie frutta e verdura, chi lavora nelle stalle a spalare letame, nelle "fabbriche" di petti di pollo già tagliati a fettine per le nostre diete?
A tutti noi piace molto il progresso, quello che ci permette di acquistare tecnologia sempre più sofisticata, di viaggiare, di vendere, di  acquistare beni a poco prezzo perché fabbricati da mani  di colore diverso dal nostro, ma ci allarmiamo molto quando, insieme ai colori sgargianti delle immagini digitali, ci ritroviamo davanti agli occhi il dolore, e anche gli sbagli, di tutta un'umanità di cui non sospettavamo l'esistenza.
Ci piacerebbe godere solo delle cose belle, ovvio, ma non è possibile, mettiamocelo in testa.
Il mondo pullula di imbecilli e anche di criminali, equamente distribuiti nel reticolo di meridiani e paralleli. I criminali più pericolosi sono quelli che bombardano e/o affamano i popoli costringendoli a fuggire, ed i popoli sono composti di esseri umani. Punto. I criminali vanno puniti, gli imbecilli, possibilmente, educati. Chi sbaglia deve pagare e chi sbaglia perché magari sta male va prima di tutto aiutato a guarire (proprio come hanno fatto le tante comunità che hanno aiutato i tossicodipendenti di casa nostra). In un mondo difficile, grande ma in fondo piccolo, anche Conegliano fa parte del gioco, inutile nascondersi, chiudere gli occhi, girarsi dall'altra parte.
Anche perché noi, "doc", sembriamo tutto sommato molto annoiati ed ipertrofici, ci perdiamo spesso in discorsi inutili per giustificare la poca voglia di impegnarci per trovare soluzioni vere.
Vuoi vedere che qualcuno di questi nuovi ospiti ci darà lo stimolo per uscire dal torpore e lavorare per rendere migliore un continente e anche una città, come Conegliano, che langue da troppo tempo, e di certo non per colpa loro?

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