Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

venerdì 21 febbraio 2014

Il Cinquecento inquieto e il Duemila disperato

Ieri sera in Consiglio Comunale la maggioranza del Sindaco Zambon ha perso una buona occasione per dimostrare, almeno, un po' di lungimiranza e di coraggio.
Di fronte alla mozione presentata dal PD lo scorso ottobre (!), e discussa solo ieri sera, che chiedeva un pronunciamento politico e un impegno ad osservare quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e quanto scritto nel rapporto della Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, la maggioranza ha pensato bene di bocciarla.
La scusa accampata dell'"ovvio" e del "dovuto" non regge. Chi ha amministrato finora questa città ben di rado si è preoccupato di salvaguardarne il glorioso e antichissimo passato: scavi e lavori anche nel cuore del centro storico non hanno mai visto l'intervento di archeologi professionisti per verificare la presenza di oggetti e manufatti preziosi.
Le vicende riguardanti il "parco del castello" degli ultimi mesi, poi, sono la cartina al tornasole del vero interesse esistente.
C'è una dose di ipocrisia in tutto questo: dire che è ovvio e dovuto preoccuparsi della salvaguardia del patrimonio archeologico e paesaggistico sottintende l'idea che tutto sia a posto e sappiamo che non è così.
Nell'approvare le ultime varianti al PRG (il PAT ancora non si sa che fine abbia fatto) non abbiamo mai sentito impegni seri volti ad osservare le disposizioni in materia (ricordiamo che il rapporto della Soprintendenza è giunto un anno fa).



A preoccupare è il futuro: ricordiamo che la nostra storia, i nostri monumenti sono un bene inalienabile e soprattutto non riproducibile. Ciò che si perde o si distrugge è perduto per sempre.
Da mesi e mesi le mura del lato nord del Castello versano in una situazione allarmante, i teloni verdi che impediscono di affacciarsi per il pericolo di crollo stanno diventando essi stessi parte del paesaggio (un orrendo paesaggio), i rovi e le sterpaglie sottostanti impediscono di pulire il terreno e di riparare i danni.
Che fine ha fatto l'idea di creare un vero "Parco del Castello", fruibile dalle persone e non solo scritto su un pezzo di carta ormai dimenticato?



Lungo Viale Benini, poco sotto il terrazzo del Belvedere, nella strada si sono aperte crepe che si allargano sempre di più, ormai ci si entra con una mano.

Provvederemo ad informare la Soprintendenza che la maggioranza ha bocciato una mozione che accoglieva e sottolineava l'importanza di quanto da essa comunicato.


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