Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

sabato 9 novembre 2013

Il lavoro delle donne. Dignità e fatica


Donne e lavoro, un binomio complesso. 
Nella mostra fotografica dedicata al lavoro delle donne, l’intento di rendere giustizia, almeno in parte, ad una storia fatta per molti aspetti di grandi sofferenze, si è accompagnato alla scelta di non edulcorare la realtà, di non cedere all’idea, assai comune, che un tempo le cose fossero più genuine, naturali e quindi giuste.
Non c’è nulla di naturale, come sappiamo, nello sfinimento dovuto ad un lavoro diuturno e poco riconosciuto, alla totale mancanza di diritti, anche quello di parola, che le donne hanno subito per secoli, ed alcune delle immagini scelte raccontano soprattutto questo: una grandissima quantità di lavoro.
Qualcuno potrebbe chiedersi il perché della testarda insistenza delle donne nel cercare il proprio posto al di fuori delle mura domestiche, ben sapendo che non vi avrebbero trovato maggiore comprensione, minor fatica, che il guadagno ottenuto non sarebbe mai stato proporzionale allo sforzo ed alla fatica. 
Fatica. Gli antichi, in un mondo poverissimo di tecnologia com'era quello di allora, avevano l'esatta percezione che la vita in quanto tale fosse assimilabile alla fatica, necessaria in qualsiasi attività umana. L'otium, il potersi ritirare dalle comuni occupazioni era per qualcuno un utile obiettivo. In alcuni dialetti italiani lavorare si dice faticare.
La fatica evoca sforzo, sfinimento, sudore, energia utilizzata senza risparmio. Le donne hanno un'antica dimestichezza con tutto questo, a loro sono delegate le fatiche del parto e della crescita dei figli, a loro il compito di tenere insieme affetti e beni materiali delle famiglie.
Il lavoro è un valore in sé, uno strumento di conquista della propria dignità. La scelta, molto spesso la necessità, quasi sempre le due cose intimamente legate fra loro, di lavorare anche fuori casa è stata (ed è ancora) ricerca di dignità, di affrancamento da una condizione servile, di quella autonomia personale composta di indipendenza economica e possibilità di tessere una rete di relazioni.
Queste ultime, cioè il confronto delle esperienze e delle aspirazioni, la scoperta di un mondo “altro” rispetto all'obbedienza supina al padre, al marito, al suocero, al sacerdote, sono state per decenni l'incubo della società con un ordine precostituito e pensato per essere immutabile, un mondo che negava diritti e pari dignità alle donne.
Il titolo scelto per questa mostra è composto proprio da questo binomio, dignità e fatica, vale a dire l'affermazione di una volontà di riscatto, del valore della propria persona e tutto il sacrificio, a volte il dolore, necessari al suo raggiungimento.
 (Tratto dal mio saggio nel catalogo della mostra "Donne a Nordest. La dignità e la fatica. 1890-1970)

A Crocetta del Montello, dal 16 novembre al 1 dicembre, nei locali dell'antica Società Operaia di Mutuo Soccorso. Inaugurazione Sabato 16 novembre, ore 18.30.

Nessun commento:

Posta un commento