Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 3 ottobre 2013

Il Mediterraneo fossa comune

Ancora morti, ancora uomini, donne, bambini accomunati nella tragedia. Ancora il Mediterraneo, quello che conoscevamo come il poetico mare nostrum trasformato in fossa comune.
La tragedia di oggi purtroppo non sarà l'ultima, gli esseri umani con la pelle scura continueranno a morire mentre fuggono da altre morti. 
C'è un'umanità disperata, vittima di un mondo concepito a rovescio e dell'infame avidità di chi lucra sulla miseria e sulla speranza. Basta, davvero basta. Chi può agisca di conseguenza, buttando a mare (è il caso di dirlo) finte ragioni di stato buone solo per lavarsi la coscienza e le mani. Noi le mani possiamo lavarcele tutti i giorni, ogni volta che vogliamo, poi mandiamo qualche sms spendendo un po' di euro con i telefoni che bimbi di tutto il mondo montano, smontano e riadattano in chissà quali maniere.
C'è un'Europa, meta di gran parte di quei disperati, che fa finta di niente, che si lamenta (giustamente) con l'Italia ma non mette in atto politiche forti nei confronti dei paesi da cui partono i barconi, da cui fuggono gli esseri umani, per evitare quello che possiamo chiamare olocausto.
C'è un'Italia che si fa in quattro: poliziotti, finanzieri, sindaci, volontari, medici, infermieri e tanti altri pronti ad aiutare, ad alleviare, a soccorrere.
Poi c'è quella che permette lo schifo dei centri di accoglienza sovraccarichi ed ingestibili.
Infine, nel punto più basso di questo orrido inferno dantesco, c'è quella che si stupisce dell'odore della miseria, che fa finta di ascoltare Papa Francesco e semina poi parole di odio, razzismo, oscena rivalsa contro chi ha solo la colpa di essere nato nel Paese sbagliato.
E' il caso che la politica smetta subito di occuparsi dei propri umori o tornaconti e si rivolga a quello che è il suo mestiere: affrontare i drammi, le tragedie, le difficoltà, non lasciare soli quelli che devono per forza occuparsene, alzare la voce là dove deve essere sentita, perché non ci può essere un'Europa di banchieri che lavora senza e contro l'Europa dei popoli.
L'Unione Europea è nata perché non ci fossero più guerre.
Questa purtroppo è una guerra tremenda, frutto di altre guerre, di sfruttamento e delle peggiori azioni di cui l'umanità è capace, i cui cadaveri albergano sulle rive del continente culla della civiltà.
Isabella Gianelloni

3 commenti:

  1. Cara Isabella, finché l' Italia che aiuta e soccorre, c'è speranza. Quella in cui non spero è l' Europa, cinica ed egoista, che ha messo in piedi, in Polonia, una struttura, dotata anche di armi, preposta ad aiutare i paesi che ne fanni richiesta a respingere i migranti.
    Condivido in pieno l' articolo

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    1. Ti ringrazio per l'apprezzamento. Credo che l'Italia, senza Europa, abbia poche possibilità di farcela, in questo campo come in molti altri. Si tratta di condurre una grande battaglia, anche in Europa, per la solidarietà e per un continente che non sia accogliente solo dove è più ricco.
      A presto

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  2. Dietro l'Italia che si fa in quattro c'è n'è una che chiacchiera (compresi i nostri) e si nasconde dietro l'alibi delle leggi (leggasi Bossi-Fini) - ma perché non la cambiano? - e dietro l'Europa egoista - ma questo problema è mai stato discusso seriamente e con decisione ai massimi livelli europei? - e nel frattempo le persone che fuggono dalla disperazione della povertà e della guerra continuano a morire in questa guerra gestita dai mercanti di morte che magari sono gli stessi che fanno affari con l'Occidente, compresa l'Italia, per la vendita di armi. Perché non "riusciamo" a fare accordi ad esempio con l'Eritrea (dove a suo tempo, con il fascismo, abbiamo fatto i nostri bei danni)? O con la Libia, dove siamo stati capaci di salvare i nostri interessi commerciali per lo sfruttamento del gas dopo la caduta di Gheddafi?

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