Come quasi ogni sera ho seguito il telegiornale della sede RAI del Veneto.
Credevo di aver capito male, ma purtroppo ho assistito ad un servizio che mi ha posto un serio problema di coscienza.
Da persona democratica ed impegnata nelle Istituzioni ritengo
che il diritto di cronaca e di espressione sia una delle libertà
irrinunciabili di una comunità libera e democratica.
Senza
scomodare Voltaire, ricordiamo che l'Italia libera e democratica, la
nostra Costituzione repubblicana, sono nate dal sacrificio di migliaia
di donne e di uomini che hanno combattuto, spesso sono morti nelle
città, nelle campagne, sulle montagne italiane, deportati nei campi di
lavoro e di sterminio della Germania nazista.
Tutto quel sangue è stato versato da italiani (e da europei,
americani, russi...) per dare a tutti noi un futuro migliore, libero
dall'orrore e dalle dittature.
Per questo mi chiedo se
valesse la pena di andare ad intervistare quel prete lefebvriano di
Paese (TV) che intende celebrare una messa in suffragio dell'anima di
Eric Priebke.
Le parole di quell'uomo, che fra l'altro tiene addosso un
crocefisso (simbolo del martirio degli innocenti), hanno offeso la
dignità, la morale, la memoria di un'intera nazione. Ricordo che domani,
fra l'altro, ricorre l'anniversario del rastrellamento del ghetto
ebraico di Roma.
La testata giornalistica regionale ha ovviamente fatto bene a
dare la notizia, ma forse era meglio limitarsi a questo: nonostante il
giornalista incalzasse il suddetto prete contestando con vigore le
ignobili affermazioni sulla rettitudine e l'innocenza del boia delle
Fosse Ardeatine, il TGR ha inconsapevolmente dato voce ad un abominio.
In un periodo così difficile, nel quale le forze xenofobe, razziste, neonaziste tentano di riportare in auge le teorie dell'orrore in tutta Europa sfruttando la crisi economica e le paure profonde delle persone mi chiedo se sia giusto dare ulteriore voce a questa gente.
In un periodo così difficile, nel quale le forze xenofobe, razziste, neonaziste tentano di riportare in auge le teorie dell'orrore in tutta Europa sfruttando la crisi economica e le paure profonde delle persone mi chiedo se sia giusto dare ulteriore voce a questa gente.
Mi rendo conto che il confine fra diritto di cronaca e morale
è molto sottile ed aereo, ma avrei preferito sentire la notizia ed
evitare di ascoltare, ancora una volta, parole che fanno rabbrividire ed
offendono la memoria di milioni di innocenti (questi sì possono dirsi
tali).
Con immutata stima
Isabella Gianelloni - Consigliere Comunale Conegliano (TV)(Lettera alla redazione della Sede RAI del Veneto)
Condivido tutto quello che hai scritto, ma ho una convinzione in più: che questa intervista non centra nulla con il diritto di cronaca, visto che la notizia - vecchia - era la morte di Priebke e tutt'al più la questione funerale e sepoltura. Ma non risulta che il comune di Paese, dove Abramovich "esercita", avesse fatto domanda di seppellire Priebke nei suoi cimiteri. Quindi dov'era la notizia da rilanciare da parte del notiziario regionale del servizio pubblico?
RispondiEliminaBuon giorno. Mi chiamo Massimo Verdecchia. Ho un cugino di mio padre morto deportato nel campo di Matausen. Nessuno è stato mai processato per questa deportazione .Ne per la carcerazione di Patrizio Verdecchia. Ora anche il negazionismo,oltre all'oblio!
RispondiEliminaGrazie Massimo e grazie Gianfranco. Lo sdegno e la sua condivisione, insieme all'affermazione dei principi della tolleranza, della giustizia, della libertà e della democrazia sono le armi che abbiamo. Usiamole ogni giorno.
RispondiEliminaE' vero che c'è scarsità di vocazioni, ma lasciare parroco un simile soggetto non mi sembra assolutamente opportuno! Il manicomio, se esistesse ancora, sarebbe la collocazione ideale!
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