Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

sabato 4 febbraio 2017

Al voto! Ovvero il popolo sovrano

L'articolo 1 della nostra bellissima Costituzione, quella che gli italiani hanno dichiarato di amare alla follia lo scorso 4 dicembre, indica, con mirabile sintesi, quali sono i fondamenti della democrazia e assegna alla politica il ruolo centrale nella formazione delle scelte.
Non ci sono più dittatori in Italia (uno è bastato e avanzato), non ci sono più re (anche su questi potremmo discutere a lungo), ma nemmeno il popolo è sovrano assoluto.

...La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Per questo motivo il popolo è chiamato a decidere chi delegare a rappresentarlo negli organismi preposti alle scelte politiche, amministrative, economiche, sociali...
Semplice, chiaro, diretto: la democrazia si basa sul principio della delega e sull'obbligo delle scelte da parte di chi è stato indicato per governare.
È tutto qui il grandissimo ruolo della politica: saper leggere la realtà e scegliere da che parte andare.
Col rischio di sbagliare, ovviamente, e di essere poi puniti dal popolo nelle elezioni successive.
Impossibile conoscere quale sia la strada giusta in assoluto: prendendo 10 persone, troveremo almeno cinque bisogni, priorità, idee diversi fra loro.
Fra pochi mesi voteremo per eleggere il Sindaco e il Consiglio Comunale a Conegliano e in molte altre città; entro un tempo che oggi nessuno sa quantificare torneremo a votare per eleggere Camera e Senato (ricordo a tutti che la Costituzione prevede che si voti ogni 5 anni e che i governi ottengono la fiducia dalle Camere, non dal popolo): si tratta di passaggi importanti, che si rifletteranno sul futuro di ciascuno di noi.
Mi chiedo allora cosa voglia dire "ascolteremo i bisogni della gente, faremo il programma sulle domande del popolo", se non abdicare al proprio ruolo, che è quello di proporre cosa fare, da che parte andare. È difficile, perché significa assumersi la responsabilità di ciò che si afferma, decidere, per esempio, se favorire le biciclette o le auto, se e come dare più spazio alle proposte che vengono dal mondo giovanile (e poi quali? Ci sono giovani di tanti tipi, esattamente come gli anziani), se costruire oppure no, se fare demagogia o dire la verità, anche quando è scomoda, se mettere persone competenti nei ruoli di decisione o lasciare tutto al caso...
Potremmo continuare per ore, ma la sostanza è una: il popolo ha la possibilità, e dovrebbe avere il dovere di informarsi, di sapere chi ha mantenuto le promesse e chi no, chi si propone dicendo ciò che vuole o non vuole fare, chi usa la parola "gente", "popolo" a sproposito.
Tutti abbiamo una grande arma, che si chiama voto, un'arma democratica e senza sovrani assoluti: alla fine non valgono i like o le statistiche, ma il conteggio delle schede.
Da qui alla prossima primavera avremo tante cose di cui discutere: i Coneglianesi decideranno a chi dare fiducia.


Nessun commento:

Posta un commento