Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

giovedì 5 febbraio 2015

Ciao, Luciano

Oggi la RAI ha riproposto alcune parole di Giuseppe Di Vittorio, pronunciate nell'Aula del Parlamento nel 1921.
Il grande sindacalista, figlio del bracciantato pugliese, parlava dell'unità dei lavoratori e, soprattutto, della sua ferma volontà di battersi per i diritti dei più deboli "fino all'ultimo giorno".
Non ho potuto non pensare a Luciano Bellotto, che ha deciso di lasciarci e che si è battuto per gli altri ogni giorno della sua vita.
I tempi erano cambiati, la guerra e la resistenza avevano spazzato via il fascismo e fatto irrompere le masse popolari nella politica, nei partiti, nella partecipazione; il boom economico aveva migliorato le condizioni di vita della gente; Luciano aveva conosciuto però il lavoro duro cominciando, ancora bambino, in fonderia, e da grande aveva deciso di legare la propria vita a quella dei più deboli. 
Sempre e comunque, pagando di persona e non chiedendo onori o cariche, Luciano è stato per decenni un punto di riferimento, un'anima critica e mai allineata per convenienza o conformismo.
Faceva parte di quella schiera di persone curiose del mondo e del pensiero degli altri, pronte ad ascoltare ed a battersi fino in fondo per le cose in cui credeva.
Pensionato, per lui il concetto di pensione non esisteva: lo trovavamo sempre dov'era importante esserci, dove qualcuno poteva avere bisogno di un consiglio prezioso, partecipava alle discussioni, ai dibattiti, agli incontri pubblici. Luciano non stava zitto, non abdicava ad altri l'affermazione del suo pensiero, era quello che si dice un militante vero, parte preziosa di un insieme.
Ha inteso il sindacato come una missione, la sua presenza nella Camera del Lavoro era diventata per tutti una certezza, ha dedicato tutta la sua intelligenza, la passione, l'energia a difendere il diritto alla casa come condizione essenziale per una vita decorosa: il Sunia a Conegliano, in poche parole, era "il sindacato di Luciano Bellotto"...
Ora non c'è più e con lui se ne va un altro pezzo di storia, a noi non solo il dovere di ricordare ma l'impegno ad imparare ciò che di più prezioso Luciano ci lascia: la volontà e l'impegno di stare dalla parte di chi ha meno voce, di interpretare la realtà con gli occhi di chi non ha potere, di rispettare le idee ed essere curiosi di conoscere, di battersi fino all'ultimo giorno per le proprie idee.
Ciao Luciano





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