Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

martedì 6 maggio 2014

6 maggio 1976. Un ricordo

"Sulle sponde del lago Bajkal sento parlare italiano. Connazionali qui? Perché sono qui lo capiamo quando il trenino sosta alla galleria n. 8: la muraglia che la protegge dalla montagna si chiama "italiana". A costruire la Transiberiana, in questo impervio tratto del Lago Bajkal, sono stati infatti in larga parte, alla fine del XIX secolo, proprio i friulani. (...) Tanja Sekiera è la nipote di Giovanni Daniele Toneatti, nato a Clauzetto nel 1870. (...) L'anno scorso è stata per la prima volta in Friuli, dove purtroppo la casa di famiglia non c'è più, distrutta dal terremoto. Ma il paese - mi dice con melanconia - è bellissimo, pieno di fiori e di sole". (Tratto da: Luciana Castellina, Siberiana, Nottetempo, Roma, 2012)
Storie di ordinaria emigrazione? Siamo abituati ai racconti delle Americhe, dell'Australia e poi della Germania, della Francia, del Belgio...
Ma la Siberia, a chi poteva venire in mente di andare fino in Siberia per lavorare? Eppure le cronache raccontano di circa 700 friulani che a cavallo del secolo partirono per partecipare alla costruzione della Transiberiana. Le ferrovie russe avevano bisogno di manodopera: i tagliatori di pietre della Carnia erano poverissimi, senza lavoro ma capaci. Così partirono. Molti di quei cottimisti rimasero in Siberia, travolti dalla guerra, qualche volta dall'amore, sempre pensando ai loro paesi pieni di fiori.

La sera del 6 maggio del 1976 faceva un caldo strano, lo ricordo come fosse adesso: dal pavimento di Piazza Cima a Conegliano, vicino al lampione che dà sulla strada di fianco al Municipio, salivano ondate di aria calda...
Sulle scale un boato così forte che, anche a causa dei tempi di opposti estremismi, mi immaginai una bomba, un attentato.
La scala del Municipio mi fece ballare il valzer, in mezzo al fuggi fuggi della gente riunita per un'assemblea. In poco tempo la piazza si riempì di gente impaurita, di persone incredule e sconvolte, tutte con un punto interrogativo stampato in faccia: dove sarà stato l'epicentro?
Quella successiva è la cronaca della tragedia, dei morti, della distruzione di paesi spesso abitati solo da vecchi, con i giovani emigrati in ogni angolo della terra per lavorare e dai soldati, giovani di ogni angolo d'Italia che iniziarono a scavare, primi in ordine di tempo di una immensa catena di solidarietà umana.
Le penne dei cappelli degli alpini punteggiavano la desolazione delle pietre ammassate le une sulle altre a ricoprire i corpi ed i ricordi di intere vite, di famiglie troppo spesso già segnate dalla lontananza di un'emigrazione che sembrava non dover finire mai.
Conosco un po' il Friuli e credo che le pietre, insieme ai fiori, ne siano la costante: le pietre per costruire la casa nel proprio paese (magari piccolo ma unico per ciascuno), il simbolo e il sogno di ogni friulano, le pietre tagliate e modellate per arginare i torrenti o per abbellire i giardini di sculture, le pietre che coprono e ricamano le tombe in minuscoli cimiteri, le pietre tagliate in ogni dove, perfino in Siberia, per vivere, col sogno di tornare.
Oggi il Friuli è ricco, le macerie cancellate, le case ricostruite, perfino le chiese, i palazzi e le mura; da Buia a Maiano, da Gemona a Venzone, Osoppo, Trasaghis i paesi ci raccontano un unico sentimento, comune ad ogni friulano in ogni angolo del pianeta: Amore, amore per la propria terra.
Allora il Friuli stampò adesivi che furono appiccicati in mezza Italia, tradotto in italiano diceva "Il Friuli vi ringrazia e non dimentica".
Siamo noi, oggi, a dover ringraziare il Friuli, per l'esempio e la determinazione, la cocciutaggine e la volontà, troppo spesso non seguiti nelle troppe tragedie italiane.
Un ricordo fin lassù, in Siberia

3 commenti:

  1. Per essere stato in quei luoghi da alpino un grazie per l'intenso ricordo del dramma e del valore della gente friulana che ha lasciato a tutti gli italiani in quella occasione un esempio importante di impegno nel superamento di una grande tragedia.

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  2. Grazie amici della vostra considerazione.
    Isabella

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