Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

venerdì 27 settembre 2013

La democrazia è complessa, mai noiosa

Senza scomodare gli antichi e senza far finta di non sapere che fame di potere e vanagloria spesso offuscano le menti e le azioni degli esseri umani, forse vale la pena di rammentare che le leggi fondamentali, i regolamenti e gli statuti per stabilire regole e comportamenti condivisi non sono gabbie irte di chiodi e torture ma, appunto, mezzi per affermare principi essenziali e regole minime di convivenza.
Scegliere di chiedere il voto ai cittadini per rappresentarli significa assumersi molte responsabilità, accettare l'idea che se si vince si ha l'onere e l'onore di governare, non di comandare; se si perde si ha l'onore e l'onere di controllare, chiedere, pungolare, proporre.
Si chiama gioco della democrazia. 
Leggere la noia ed il fastidio di alcuni durante le sedute del Consiglio Comunale muove un moto di rabbia, fa immaginare che la noia ed il fastidio riguardino proprio l'essenza del Consiglio, cioè il suo essere un luogo di confronto e di decisione.
Pubblica e trasparente. 
Non so se siano questi ultimi due aggettivi a dare fastidio. Certo potrebbe apparire più semplice prendere le decisioni durante riunioni a porta chiusa e poi semplicemente comunicarle coram populo (tanto siamo in maggioranza, votiamo, a cosa serve discutere, siamo stanchi, abbiamo sonno, sete, fame...).
Non è così, però: è fondamentale che i cittadini possano sentire, guardare, comprendere chi dice cosa, poter sapere da che cosa nascono le posizioni diverse, le decisioni. Per poter valutare criticamente e decidere, loro sì, chi votare la prossima volta.
I miei colleghi consiglieri di maggioranza, ieri sera, hanno deciso all'improvviso che la seduta poteva essere tolta dopo 3 ore di discussione, quando mancavano due punti all'ordine del giorno. 
Uno abbiamo capito che poteva dare fastidio, ma l'altro riguardava la drammatica situazione di chi, anche nella ricchissima Sinistra Piave, è rimasto senza lavoro (dipendenti o imprenditori). Si chiedeva di affrontare tutti insieme la situazione, ai massimi livelli, per verificare quali politiche TUTTI gli enti interessati (politica, imprenditori, commercianti, sindacati dei lavoratori, associazioni del volontariato) possano mettere in campo per aiutare le persone in difficoltà. Non con la carità ma con le azioni concrete, collettive, pubbliche e trasparenti, come recita l'art. 13 dello Statuto della Città di Conegliano (Il Consiglio Comunale è l'Organo di indirizzo e di controllo politico e amministrativo. Esso rappresenta l'intera comunità di Conegliano ed è dotato di autonomia finanziaria, organizzativa e funzionale).
Ha vinto la voglia di tornare a casa, alle 22. Tutto rimandato alla fine di ottobre.... Evidentemente la povertà e le difficoltà possono attendere.
Peccato, un'occasione persa dalla politica per dare una buona immagine di sé. Pubblica e trasparente.

Isabella Gianelloni


3 commenti:

  1. Purtroppo molti vedono l'avere una carica come un fatto di potere nel senso di dominio, dello stare sopra. Sicché l'affrontare i problemi dei "rappresentati" diventa una concessione tanto più fastidiosa quanto meno è presente nel loro orizzonte dovendosi studiare e trovare delle soluzioni che comportano un impegno che va al di là del mero rappresentarsi (farsi notare), funzionale al mantenimento del potere.

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  2. Risposte
    1. Non tanto. Comprensibile, direi. Ciao Gianfranco e grazie

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