Mosso dalla confessione di Argia e da una polmonite galoppante che il dottor Poldi si incaricò di curare con impiastri di senape, l'ingravidatore misterioso sbucò dal fienile dove per molti giorni si era rintanato; dichiarò di chiamarsi Leonida, di avere trentadue anni e di fare il tipografo: mestiere totalmente ignoto ai genitori di Argia, ma da essi supposto incompatibile o perlomeno estraneo all'agricoltura; disse di venire da una città della Toscana che pareva di mitica lontananza, ma che in realtà distava un centinaio di chilometri; si guardò bene dal confessare i motivi che lo avevano indotto a tuffarsi nel gelido torrente sul quale si arrestava il confine del suo stato.
Tratto da: Antonio Tabucchi, Il piccolo naviglio, Feltrinelli, 2011
Nessun commento:
Posta un commento